I tagliatori di pietra nel nord dell’Italia

Fig2
I tagliatori di pietre nel nord dell’Italia

Contrariamente a tutto il resto dell’Italia dove riscontriamo una presenza non massiccia di marche di tagliapietre, nel Sud Tirolo ciò non accade. Ho potuto rilevare, nel corso degli anni, una notevole quantità di questi segni. Li troviamo incisi o tracciati all’esterno e all’interno dei vari edifici sacri; parliamo di più  di 700 marche diverse tra loro.
A volte, questi singolari segni logorati dal tempo e dalle intemperie, sono presenti a testimoniare un  passato ricco di interventi, di manifestazioni ed esperienze operative.
Secondo gli studiosi Van Belle e Rziha, i segni si suddividono in due categorie principali:

–       I Segni d’utilità, che rendono più agevole l’assemblaggio delle pietre e di posizionamento, che ci possono aiutare per le eventuali ricomposizioni delle opere.
–       I Segni d’identità, i quali potevano servire in vista del pagamento o del reclamo per il lavoro, e inoltre segni di carriera, che ci possono dare delle indicazioni sulla provenienza del materiale.

Quasi tutte le chiese della zona riportano questi segni molto precisi e appositamente evidenziati. Sarebbe da chiedersi, domanda pertinente, se la presenza di queste marche, appartenenti ai tagliapietre, era dovuta a questa esigenza puramente operativa oppure se c’era anche una volontà precisa di forma, chiamiamola propagandistica, di segnalare la loro partecipazione attiva alla costruzione dell’edificio sacro. Di questa questione, mi sono già pronunciato durante il mio intervento al XV° colloquio internazionale di gliptografia a Cordoba (Spagna) nel 2006, riferendomi in particolar modo al mio lavoro effettuato presso la chiesa parrocchiale “Santa Maria Assunta” di  Silandro[1].
Non è mio intento ricostruire gli eventi storici che hanno caratterizzato la regione che andrò a descrivere, lascio questo compito agli storici di professione. Questo modesto lavoro non può pretendere di essere completo, consiste in un quadro sintetico in cui molti particolari dovranno essere perfezionati.
Già dall’alto medio evo le nostre costruzioni di stile romanico, specialmente nelle Alpi e nel sud della Germania, portavano numerose tracce dell’influenza degli artigiani originari della zona del lago di Como e di Lugano, i famosi “Maestri Comacini ” con le loro creazioni in pietra e mattoni. Anche se all’inizio non sono stati brillanti maestri, come abili artigiani hanno portato quell’arte elegante del periodo tardo romano. Nel Tirolo, nel XIII° – XIV° secolo, l’architettura subii un mutamento sostanziale dovuto al passaggio dallo stile romanico a quello gotico, ma i Comacini mantennero il loro stile costruttivo tradizionale. Questo facilitò l’inserimento di molti artigiani tedeschi del sud nel tessuto tirolese[2].
Proposero le loro costruzioni di stile più moderno (gotico), portando un nuovo fervore  e riorganizzando le  chiese presenti nella zona. Tutto questo è stato aiutato da una situazione economica favorevole. Riscontriamo uno scambio molto attivo tra i maestri e operai del Sud Tirolo e quelli della Germania.
Un’altra osservazione degna d’interesse è che le marche di tagliapietre, quelle tedesche, sono molto precise e rispecchiano una logica comune; quelle italiane, invece, sono meno precise, senza proporzioni, molto più rare e composte da segni, figure, monogrammi o iscrizione dell’opera eseguita; la funzione di queste marche era, probabilmente, diversa per i tedeschi che per gli italiani.
Nel frattempo i tedeschi si organizzano, s’incontrano tra di loro, nascono le associazioni, le tre logge principali tedesche: quella di Strasburgo, quella di Vienna e quella di Cologna, in seguito quella della Svizzera. Ricordiamo il congresso di Ratisbona nel 1459. In queste logge ci si occupava del rispetto delle regole delle associazioni, dei rapporti sociali, della formazione delle nuove leve con la consegna della marca ed altro ancora che non sto ad elencare anche perché ne ho parlato in modo più  dettagliato nella mia presentazione della “Mariegola dei Tagiapiera” ad un mio intervento in occasione del XVI° colloquio internazionale di Muensterschwarzach[3].
Nascono anche nel Sud Tirolo delle logge locali collegate alla loggia di Vienna. Si può notare che, anche se esisteva un collegamento tra le varie logge tedesche e quelle dell’Alto Adige, non ci sono corrispondenze tra i documenti storici e i marchi assegnati ai vari artigiani. Si riscontrano dei marchi simili ma che appartengono a costruttori diversi, in diverse località, anche se sembra che fossero state adoperate delle matrici comuni per la formazione dei marchi (teoria di Rzhia)[4]. Questo aspetto però, a mio avviso, non avveniva a livello di logge locali.
Dopo questo periodo, dove l’architettura verrà influenzata da costruttori tedeschi e locali legati alle logge, già nel 1460, un  anno dopo il congresso di Ratisbona, nel Vipiteno fu fondata la prima confraternita dei muratori del Tirolo.
A seguito della crisi economica e delle ribollenti lotte religiose la chiesa si orienta ancora nuovamente verso le maestranze del sud. Nella metà del XVI° secolo, per esempio, ritroviamo ancora una volta i costruttori italiani del sud come ad esempio il maestro Andreas Crivelli di Trento, il maestro Marco della Bolla di Como oppure il maestro Pietro de Bosio.
Su alcune chiese, inoltre, riscontriamo una certa quantità di marche o segni eseguiti in pittura rossa, marchi di costruttori, segni di pellegrini, segni di case, la maggior parte dei quali appartengono ad un periodo che risale prima del XVI° secolo.

Il percorso

Lo scopo di questa ricerca e quello di analizzare la presenza di segni di costruttori apposti su alcuni edifici della regione del Trentino-Alto Adige, seguendo un percorso programmato attraverso la regione stessa (fig.1). Ci siamo concentrati sui principali edifici sacri, selezionati  a priori, con lo scopo di avere una panoramica generale, con la consapevolezza però che questo lavoro non può essere in alcun modo conclusivo. Ogni realtà locale dovrà essere studiata come è stato fatto per la chiesa parrocchiale di “Santa Maria Assunta” a Silandro.

Elenchiamo qui di seguito, in ordine itinerante, i siti e la loro relativa locazione.

  1. Bolzano – Duomo “Santa Maria Assunta”
  2. Vipiteno – Parrocchiale “Nostra Signora della Palude
  3. Appiano sulla Strada del Vino – Parrocchiale “San Paolo”
  4. Terlano – Parrocchiale “Nostra Signora”
  5. Naturno – Parrocchiale di “San Zeno”
  6. Castelbello Ciardes – Parrocchiale di “San Martino”
  7. Laces –  Parrocchiale dei “Santi Pietro e Paolo”
  8. Laces –  Chiesa di “Santo Spirito”
  9. Laces –  Chiesa “Santa Maria in Colle”
  10. Silandro – Chiesa della “S.S. Trinità
  11. Silandro – Parrocchiale “Santa Maria Assunta
  12. Lasa Cengles – Chiesa della “Natività di Maria”
  13. Tubre- Chiesa di San Giovanni

    Fig1

1 Bolzano

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Fig. 2 Bolzano – Duomo

Il duomo di Bolzano, si trova presso l’angolo sud ovest della piazza Walther, chiesa parrocchiale di “S. Maria Assunta”. La prima basilica fu iniziata nel 1280, già in precedenza esistevano altre chiese più antiche; della basilica sono rimaste solo le fondamenta all’interno. La parte esterna fu ricomposta dopo la parziale distruzione durante la Seconda Guerra Mondiale.
Si possono scorgere le parti ricostruite grazie al loro colore più chiaro; fu inoltre ripristinato il rosone della facciata, dopo la sua chiusura nel 1499.  Esternamente, verso la piazza Walther, troviamo la porticina del vino, edificata nel 1499, uno dei più bei portali di tutto il Tirolo, preceduto dal piccolo portico a cuspide rifatto nel 1960 e sorretto da leoni stilofori, Fig3 (Michael Pacher-1475). Il pulpito tardo gotico in pietra arenaria grigia, riccamente scolpito, raffigura i padri della chiesa con i simboli dei quattro evangelisti. Questa è un’ opera del costruttore del campanile Hans Lutz von Schussenreid (1514).
All’interno del Duomo, troviamo il primo esempio architettonico di una chiesa a sala, composta da tre navate divise da vari pilastri, su cui poggiano le volte (ogivali) a crociera; la caratteristica del Duomo consiste proprio in questo proficuo incontro di due culture, una proveniente dal nord, l’altra dal sud. Accanto alla porta dei leoni, sotto una piccola tettoia, troviamo un affresco di Michael Pacher, “la Madonna ciarlona”, la devozione popolare la considerava protettrice dei bambini balbuzienti; quest’immagine della Madonna era dotata, come si supponeva, di poteri «scioglilingua». Nei muri perimetrali e all’interno, troviamo tutta una serie di marchi di scalpellini; sono di diverse tipologie, non sono stati presi tutti in considerazione, ne abbiamo selezionati alcuni, anche perché questi segni sono già stati pubblicati in qualche ricerca precedente[5].

2 Vipiteno

La parrocchiale di Vipiteno  dedicata a “Nostra Signora Della PaludeFig4è la più ampia chiesa gotica di tutto il Tirolo. I primi accenni alla precedente chiesa romanica sono del 1233; questa venne in seguito allargata e completata nei primi decenni del ‘500. Nell’altare maggiore neogotico troviamo ancora le statue appartenenti al grandioso altare costruito da Hans Multscher, demolito in età barocca e di cui ne sono conservate alcune parti nel museo omonimo presso l’ex Commenda dell’ordine teutonico, poco distante dalla chiesa stessa. Nel 1497, durante degli scavi, nell’edificio fu trovata una lapide funeraria romana di Postumia Victorina, la quale è attualmente sistemata all’interno della chiesa.

Fig5

Questo edificio subì la trasformazione barocca nel XVIII° secolo, durante il quale la volta fu affrescata da Josef Adalm Mölck nel 1750. Come già  segnalato poc’anzi,  proprio a Vipiteno, nel 1460 fu fondata la prima loggia di confraternita dei muratori del Tirolo. Sui portali e attorno alle finestre di questa chiesa troviamo una serie di marchi incisi sulla pietra.(fig. 5)

 

3 Appiano

Proseguiamo il nostro viaggio sulla strada del vino, ci fermiamo ad Appiano nella Chiesa parrocchiale della conversione di S. Paolo, in questa chiesa del tardo gotico si può riconoscere l’impronta rinascimentale.
Nel 1460 si cominciò ad innalzare l’ambulacro del coro, troviamo per esempio Jakob Zwiesel che ha lavorato ad Augusta. Digital StillCameraViene costruita la base della torre campanaria in stile gotico da parte dei tagliapietre tedeschi provenienti probabilmente da Ulm e dintorni, i particolari singolari di questa costruzione sono i medesimi di quelli che si può rinvenire nella cattedrale di Ulm. A supporto di queste considerazioni, dopo attente ricerche in Italia e all’estero, è stata individuata una marca, apposta sul portale della cattedrale tedesca, molto simile ad una rinvenuta sul pilastro gotico della chiesa di Eppan (fig. 10b-10c). Sarà interessante approfondire la
ricerca sulle due opere così lontane ma con tanti particolari che le accomunano.
Nella seconda fase, verso il 1600, viene distrutta la vecchia chiesetta romanica ancora presente a quel tempo e viene costruita la navata centrale in stile 

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Fig. 7 Appiano colonna doppia

rinascimentale, lo si denota da dei particolari molto singolari sulle prime due colonne che si trovano all’inizio dell’abside (coro). Un caso abbastanza singolare, queste colonne si scoprono per metà di uno stile gotico e l’altra metà in uno stile rinascimentale così come per gli archi (fig. 7). Sempre nel 1600 viene completata la torre campanaria di 85 metri di altezza, con uno stile rinascimentale da parte degli italiani. In seguito, nella terza fase, viene edificata la cupola in stile barocco. Questa diversità, dovuta ai vari interventi avvenuti durante gli anni e alla disuguaglianza tra le maestranze locali, maestri italiani e scalpellini provenienti dalla Germania, lo si evidenzia, in particolar modo, da una manifesta dissomiglianza nello stile e nell’accuratezza delle diverse marche dei tagliapietre.Nell’abside si osservano delle marche molto semplici, probabilmente appartenenti a delle squadre locali (fig. 8). Purtroppo a tutt’oggi non siamo stati ancora in grado di recuperare documenti storici riferiti a queste metamorfosi. Nella navata, siamo in presenza di marche sulle strutture edificate nel secondo periodo, presumibilmente di operai locali con maestri italiani (fig. 9), ed infine abbiamo le marche situate sul pilastro gotico edificato dai tagliapietre provenienti dalla Germania, come esplicato poc’anzi. Su questo pilastro gotico è riscontrabile l’evoluzione e la maggior precisione delle marche (fig. 10)[6].Fig8-9

Fig10 Fig10b-c

4  Terlano.

Sul portale della chiesa parrocchiale “Nostra Signora” (Santa Maria Assunta) nel paese di Terlano troviamo delle marche di tagliapietre (Fig. 12). Il luogo sacro venne edificato tra il 1360-1380 in stile gotico, all’interno troviamo una scultura, è l’incoronazione di Maria per mano del Cristo, creata attorno al 1370-1380.
Gli importanti affreschi vengono attribuiti al maestro Hans Stockinger di Bolzano. 

Fig12

5   Naturno

La chiesa parrocchiale di “San Zeno” si trova vicino al centro di Naturno; San Zeno fu vescovo di Verona nel IV secolo. Tracce risalenti all’età precarolingia della prima costruzione della parrocchiale sono ancora presenti nella sacrestia e nella torre campanaria. L’edificio romanico del 1200, che si trovava al posto dell’ odierna navata centrale, era composto da una torre che includeva l’abside d’epoca precarolingia. L’edifico odierno, in stile tardo-gotico, risale al 1474-1475 e presenta una struttura a due navate con volta a nervature. Il coro di stile barocco risale al XVIII° secolo.
I marchi sono stati individuati sul portale e sul perimetro della chiesa (Fig. 14).

Fig13 Fig14

 

 

 

 

 

 

 

6  Castelbello Ciardes 

Fig15La chiesa parrocchiale di “San Martino” a Ciardes si trova su una posizione sopraelevata del paese. Il luogo sacro viene citato nel 1214 in occasione del passaggio all’Ordine Teutonico, dal 1258 passa al convento di Stengaden-Baviera; nel 1578 la troviamo sotto la protezione dei conti Hendl di Castelbello. La navata è stata ristrutturata in stile tardo gotico, molto evidente è il vertice del campanile con la sua caratteristica forma a bulbo del XVII° secolo. Il portale principale della chiesa è a sesto acuto incorniciato di marmo, con verghe incrociate e datato 1518, Fig16nella parte superiore troviamo un  rilievo raffigurante San Martino e lo stemma degli Hendl del 1579, nella cornice del portale riscontriamo anche qui una serie di marchi, molto precisi (Fig. 16). Questi li ritroviamo anche in altre chiese della regione, una dimostrazione di una partecipazione attiva dei costruttori nelle rispettive chiese.

7-8-9   Laces

Ci fermiamo a Laces, come prima cosa troviamo la chiesa Parrocchiale dei “Santi San Pietro e Paolo” che risale al XII secolo e percepiamo ancora vari elementi stilistici del periodo romanico avvicinati ad altri del periodo neo gotico. Il portale principale in marmo bianco risale al 1524 e fu creato da Oswald Furter (Fig. 18-2). Sopra il portale è raffigurato San Michele con la bilancia delle anime. Fig18 Nella navata laterale a nord si trova una lapide di roccia arenaria rossa del 1350; qui, in questa chiesa, sui muri, sui portali e sulle colonne,  abbiamo riscontrato dei marchi con una caratteristica stilista molto evidente, particolarmente risaltata su quel stupendo marmo bianco di Laas.

Fig19Ci spostiamo verso un’altro luogo, poco distante, è la chiesa di santo Spirito, un cambio di proprietà nel 1334 tra il fondatore Heinrich di Annenberg e il vescovo di Coirà ci fa conoscere le origini della Chiesa di Santo Spirito a Laces.
L’ospedale e la chiesa furono in seguito costruiti su un campo della casa canonica fuori del paese e consacrati nel 1337. Vicino al portale si trova una pietra con la seguente iscrizione: “Fundata est capella sancti spiritus in Latsch a.d. MCCCXXXVII ”. La chiesa è stata ristrutturata nella seconda metà del XV° secolo, periodo in cui fu dotata di un nuovo coro poligonale. Il vescovo titolare, Burghard, consacrò l’ospedale e i tre altari nella chiesa il 2 giugno 1472. La fine dei lavori viene testimoniata dalla data 1517, nello stemma degli Annenberg, presente sopra il portale principale a sud; anche qui ha lavorato il maestro Oswald Furter (Fig. 20-2), decorando la chiesa con affreschi.

Fig20

Fig21

Più avanti nella via santa Maria in Colle, incontriamo la chiesa omonima. Fig22Essa presenta elementi stilistici del periodo romanico sino al barocco e fu consacrata nel 1020. Nel 1992, durante alcuni interventi di restauro della Sovrintendenza dei beni culturali, è stato ritrovato il Menhir di Laces (3.300-2.200 a.C). Originariamente era probabilmente collocato sul colle, nell’area in cui oggi sorge l’edificio. La chiesa di San Giovanni destituita al rango di fienile e ripostiglio degli attrezzi, subì diverse modifiche. L’ edificio sacro ha una pianta a croce greca con quattro bracci di ugual misura. La cappella laterale con la cupola e la lanterna fu annessa nel 1680[7].

Fig23 

 

 

 

 

10-11  Silandro

Fig24Chiesa parrocchiale di “Maria Assunta”, le prime testimonianze le abbiamo intorno all’anno 1077, quando l’imperatore Enrico IV del Sacro Romano Impero donò al vescovo di Bressanone un borgo vicino a Silandro, poi passò all’Ordine Teutonico, al quale rimase fino al 1819.
La chiesa parrocchiale di Silandro subì gravi danni nel 1499 durante la guerra dell’Engadina e fu in seguito nel 1505 ricostruita in stile gotico.
In questa ricostruzione partecipò il maestro tagliapietre Wolfgang Taschner[8].
Sono state individuate fino ad ora 67 marche localizzate sui portali, sulle finestre, sui piani, sull’acquasantiera e sulla lanterna.
Il segno (Fig. 26-3) fu riconosciuto come la marca del maestro tagliapietre  Oswald Furter[9].
E’ interessante notare come durante le varie ristrutturazioni succedutesi nel corso dei secoli, siano avvenute delle lievi modifiche. Queste si possono evidenziare attraverso una minuziosa analisi tecnica delle varie marche presenti sull’edifico sacro, per questo rimando ad una nostra precedente ricerca[10].

Fig25-26

Fig27La chiesa della “SS. Trinità all’ospedale” di Silandro è una costruzione gotica dell’inizio del XIV sec. È stata distrutta dalle fiamme nel 1499. Nel 1514 è stata ricostruita e dotata di una torre a punta. All’interno della chiesa si trovano degli affreschi del XIII e XVI sec. consacrati alla S.S. Trinità. Riscontriamo delle marche presenti sul portale e sulle finestre tra cui individuiamo quella del maestro Gaspar Reuter (Fig. 28-1).

Fig28

 

 

 

12 Cengles

Fig29“Santa Maria Assunta”, la testimonianza più antica “Sengilis” della località risale al 1149 e documenti che attestano l’esistenza di questa antica chiesa risalgono al 1170. Fu eretta verso il 500 in stile tardo gotico. Due interventi si sono succeduti nel XVII° secolo; nel 1600 la costruzione del luogo dei cantori e nel 1696 la cappella della Madonna nel lato nord. L’interno fu restaurato verso il 1760. Le superfici furono affrescate dal viennese Josef Adam Mölckh. Ai lati del portale ovest troviamo un’acquasantiera e un bacile in marmo bianco.
Tra i marchi presenti troviamo quello del maestro Gaspar Reuter inciso sull’acquasantiera posta all’interno della chiesa (Fig. 30-5)[11].

Fig30

 

 

 

 

 

 

13 Tubre

Fig31Siamo giunti all’ultima tappa del nostro viaggio, al confine con l’Engadina in Svizzera, troviamo la chiesa di “San Giovanni”. E’ la più  vecchia e la più  interessante delle chiese di Tubre in Val Monastero. La chiesa è famosa soprattutto per i suoi affreschi romanici del coro al piano superiore  dell’atrio.
Causa la mancanza di fonti storiche attendibili, poco sappiamo della storia delle origini; la maggior parte degli interventi risalgono ai secoli XII e XIII quando nel Tirolo giunsero i cavalieri Giovanniti che si insediarono a Tubre. La chiesa e il suo ospizio annesso erano posti lungo un’importante via di collegamento. I primi documenti che lo attestano risalgono al 1264. Il complesso viene gestito dall’ordine dei Giovanniti per l’accoglienza e la cura dei pellegrini per poi, verso il XVII° secolo, passare ai conti Von Hendl, la struttura perse sempre più la sua funzione originaria. L’edificio sacro oramai trascurato, fu sconsacrato nel 1790 sotto l’Imperatore Giuseppe II.Fig32 Dal 1837 la municipalità di Tubre appare  come proprietaria e solo nel 1956 la chiesa potrà essere nuovamente consacrata.
Sulle doppie colonne laterali del portale d’entrata, riscontriamo dei marchi di costruttori, logorati dal tempo, sono marchi molto semplici, unici nel loro genere, molto probabilmente risalgono al XIII° secolo, periodo della costruzione della chiesa. Meriterebbero uno studio particolareggiato in quella zona o addirittura nel territorio svizzero confinante.
Un particolare interessante è rappresentato da una specie monofora strombata (fig. 32). Dai miei calcoli doveva contribuire ad un fenomeno luminoso solare collegato al giorno di San Giovanni .

Fig33-34-35

Come già specificato poc’anzi, questa ricerca sulla presenza di segni di costruttori apposti su taluni edifici della regione del Trentino-Alto Adige non può intendersi come conclusiva. Da tempo siamo impegnati in ulteriori ricerche concentrate nei vari luoghi della regione e nei rispettivi archivi locali per approfondire maggiormente questi argomenti.
In questi rilievi spesso si riscontra il marchio del maestro Gaspar Reuter, in particolare sulle fonti battesimali, e del maestro Oswald Furter; quest’ultimo era presente con il suo staff durante le prime decine del XVI° secolo, il suo marchio e quelli dei suoi collaboratori  si riconoscono  sui muri, portali e colonne della maggior parte delle chiese della regione.

Ecco un elenco dei vari edifici che riportano il marchio di questo maestro o dei suoi operai:
– La chiesa di S. Anna Annenberg.
– La chiesa di Santa Lucia.
– La chiesa parrocchiale di Silandro.
– La chiesa dell’Ospedale a Silandro, probabilmente costruita dai propri dipendenti.
– La chiesa di St. Jennewein di Silandro è costruita dai propri dipendenti.
– La chiesa di S. Martino a Castelbello Ciardes.
– La chiesa parrocchiale di Cengle.
– La chiesa parrocchiale dei “santi Pietro e Paolo” di Laces.
– La chiesa di “Santo Spirito” a Laces.
– A Prutz, in Austria, troviamo il suo marchio.

Da anni stiamo lavorando ad una catalogazione di questi marchi con le
informazioni correlate e speriamo di poter pubblicare quanto prima questo lavoro.
Ringrazio tutte quelle persone che mi hanno aiutato, i parroci delle rispettive chiese ed in particolar modo il sig. Werner Schmid, conoscitore esperto della chiesa di san Paolo a Eppan.

Ferdy Hermes Barbon

 


Note e Bibliografia

[1] Ferdy Hermes Barbon, “Le marche di tagliapietra nella chiesa parrocchiale  Maria Assunta di Silandro “, Actes du  XVeColloque  International de Glyptographie de Cordoue (Espagne), Braine-le-Château, CIRG, 2006, pp. 5-34.
[2] Erich Egg, “Aus der Geschichte des Bauhabdwerks in Tirol”, niversitätsverlag Wagner , Insbruck, 1957
[3] Ferdy Hermes Barbon, “La Mariegola dei Tagiapiera di Venezia”, Actes du  XVIe Colloque  International de Glyptographie de Münsterschwarzach (Germania), Braine-le-Château, CIRG, 2009, pp. 13-30.
[4] Franz Rziha, “Etudes sur les marques de tailleurs de pierres”, Guy Trédaniel ed.re & Michel Mathonière Ed.re, Paris,  1993.
[5] Anton Maurer, “Baugeschichte der bozner pfarrkirche”, Verlagsanstalt Athesia, Bozen, 1945.
[6] Dr. Karl Plunger, Kanonikus Anton Maurer, “Die Pfarrkirche von St. Pauls”, Pfarrgemeinderat  St. Pauls, Eppan, 1985.
[7] Gioia Conta, “I luoghi dell’arte, vol. 4”, Provincia autonoma di Bolzano, La Commerciale-Borgogno, Bolzano, 1996.
[8] Erika Kustatscher, Die Pfarre Schlanders,in Schlanders und seine Geschichte, Tappeiner Verlag, Lana(BZ), 1999, Band. I, pag.132.
[9] Hermann Theiner, Vinschger Tauf-und Weihwasserteine, Schriften des Landwirtschaftlichen Museums Brunnenburg N.S.Nr.4, Druckerei Medus, Merano, 1991, pag.65.
[10] Cfr. Nota 1.
[11] Hermann Theiner, Gaspar Reuter: Spätgotischer Steinmetzmeister im Vinschgau, Der Schlern, 1994/68, pag.665-668.
Estratto dagli atti del XVII° Colloquio Internazionale di Gliptografia di Cracovia – 2010
Copyright: © Ferdy Hermes Barbon; © C.I.R.G.

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